Empatia e Resilienza: Il Cuore del Lavoro Sanitario e Sociosanitario

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Pubblicato il 19/02/2024

20 Febbraio | Giornata Nazionale del personale sanitario e sociosanitario, del personale socio assistenziale e del volontariato

Empatia, pazienza, resilienza, competenza, preparazione specifica. Queste sono solo alcune delle “parole d’ordine” che caratterizzano il lavoro dei professionisti sanitari, che viene celebrato con la “Giornata nazionale del personale sanitario e sociosanitario, del personale socio assistenziale e del volontariato” del 20 febbraio.

 

Una data non casuale, scelta perché è stata quella in cui a Codogno, nel 2020, è stato scoperto il “paziente uno” affetto da virus SARS-CoV-2.

Il lavoro, l'impegno, la professionalità e il sacrificio dei lavoratori e delle lavoratrici del settore sono stati in quei momenti incensati e applauditi, ma le cronache raccontano anche spesso - purtroppo - di un mancato riconoscimento o, peggio, di aggressioni e violenze ai loro danni. Cosa spinge, allora, una persona a portare avanti il proprio impegno o ad iniziare un percorso di studi in questo settore? Chi lavora sul campo e ha un osservatorio privilegiato può senza dubbio raccontarlo. 

 

La dott.ssa Paola Mega è Coordinatrice dell’Hospice presso l’Istituto La Provvidenza di Busto Arsizio (VA): «Le difficoltà emotive che gli operatori sanitari possono incontrare includono il dover affrontare delle situazioni di dolore, di sofferenza e di fine vita o il sentirsi impotenti di fronte a problemi di salute inguaribili o che richiedono decisioni difficili. Svolgere un lavoro su turni diurni e notturni - o lavorare nei giorni festivi - ha un impatto importante sulla vita personale e familiare, così come il carico di lavoro e lo stress che possono portare a burnout. Soprattutto nelle situazioni legate al fine vita è molto significativo il fatto di poter accompagnare il paziente e la sua famiglia in questo percorso difficile, di poter essere di supporto con le proprie competenze per dare un significato a ciò che stanno vivendo. Allo stesso tempo, le soddisfazioni emotive derivano dalla possibilità di aiutare le persone a guarire e migliorare la loro salute, dal sentimento di gratitudine dei pazienti e dei familiari, dal senso di appartenenza a un’equipe che lavora per un obiettivo comune e dalla possibilità di fare la differenza nella vita delle persone». 

 

Concorda la dott.ssa Paola Doggi, Coordinatrice dei Servizi Socio - Sanitari della RSA S. Giuseppe – Opera Don Guanella di Castano Primo (MI): «Come in altri lavori, anche in quello sanitario ci sono sconfitte e insuccessi da superare; per quanto riguarda gli ambiti che riguardano il fine vita questi sono aggravati dal fatto che non c’è la soddisfazione del ritorno a casa del paziente, ma per noi è importante accompagnare nel miglior modo possibile le persone nell’ultima parte della loro vita. Gli operatori sanno di dover convivere con questo aspetto. Mi sento di dare questo consiglio a chi si avvicina a questa professione e anche a chi già sta seguendo questo percorso: in particolare nel lavoro con gli anziani bisogna cambiare la visione, focalizzandosi sul benessere, un concetto importante da trasmettere quanto quello della guarigione». 

 

Anche la dott.ssa Paola Mega ha qualche suggerimento: «Essenziali sono sviluppo e mantenimento di una forte base di conoscenze e competenze tecniche - attraverso costante aggiornamento e formazione continua, un buon equilibrio tra lavoro e vita personale per prevenire il burnout, una buona rete di supporto - sia tra i colleghi che con amici e familiari. Sicuramente coltivare una buona e forte motivazione permette di superare i momenti difficili e di rispondere alle sfide con forza e entusiasmo. Importanti sono le supervisioni di equipe, che permettono di elaborare e condividere soluzioni comuni sulle situazioni che possono metterci in difficoltà,  evidenziando criticità ed eventuali dilemmi etici. Ancora, è essenziale la predisposizione alla flessibilità rispetto ai cambiamenti legati all’organizzazione e alle situazioni contingenti». 

 

Altre parole d’ordine, dunque, che contribuiscono a “raccontare” chi sono i professionisti sanitari: persone flessibili, pazienti, resilienti, dalla buona propensione alla comunicazione e alla relazione con pazienti e familiari, abituate al lavoro in equipe: «Fondamentale è anche la capacità di lavorare in situazioni di elevato stress che richiedono molta attenzione, precisione e concentrazione. Importante è l’aspetto dell’etica professionale per il rispetto dei pazienti e la loro tutela».

 

A “completare” il quadro che raffigura chi troviamo vicino a noi e ai nostri familiari nelle strutture o durante l’assistenza domiciliare sono la competenza specifica e la capacità di gestire gli imprevisti, come conclude la dott.ssa Paola Doggi: «A volte le conoscenze in ambito geriatrico sono un po’ sottovalutate, mentre lavorare in questo settore prevede regole diverse e una preparazione ad hoc. La formazione prima e il lavoro poi devono tenere conto della capacità di adattamento al fatto che in RSA tutti i giorni sono diversi; la pianificazione del lavoro è ovviamente essenziale, ma l'imprevisto è all’ordine del giorno. A questo si unisce un’immancabile attitudine personale alla pazienza e all’empatia non solo verso gli ospiti, ma anche verso le famiglie». 

 

Il rapporto con le famiglie è un aspetto molto delicato che riguarda tanti aspetti e situazioni, sia quando un familiare è ospite di una struttura che quando vengono attivate le cure domiciliari. I servizi di assistenza domiciliare vengono sempre più potenziati, per garantire ai pazienti continuità di cura con un impatto positivo sul carico ospedaliero (e residenziale in genere), sui costi del SSN e sulla qualità della vita di tutte le persone coinvolte. 

 

Ancora una volta emerge quante siano le sfaccettature del lavoro del personale sanitario e sociosanitario, del personale socio assistenziale e del volontariato, che il 20 febbraio - ancora una volta - si celebra.

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Preservare l’autonomia e la possibilità di continuare a vivere a casa propria è molto importante per le persone soggette alle cure che in questo modo hanno la possibilità di continuare a vivere il calore dei propri affetti e familiari.

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Dalila Lattanzi

Freelance

Content Editor

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