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Dalla Fantascienza alla Realtà

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Pubblicato il 17/06/2024

L’IA al servizio della Sanità

A giudicare da quanto se ne parla e da quanto pare ne sia diffuso l'uso, sembrerebbe che chiunque - o quasi - conosca l’Intelligenza Artificiale, sappia usare questo strumento, lo sfrutti per le più disparate attività quotidiane (lavorative e non) e ne conosca le implicazioni.

La questione è ovviamente complessa e in continua evoluzione e può avere ripercussioni in moltissimi ambiti, nel bene e nel male. Se c’è qualcosa che può però essere riconosciuto senza tema di smentita è che tutto ciò che ruota attorno all’AI può essere sintetizzato con il termine “rivoluzionario”.

 

I “profani” - ma probabilmente non solo loro - hanno sentito parlare di IA nel 2001, quando uscì il film omonimo - scritto e diretto da Steven Spielberg e basato su un progetto di Stanley Kubrick. Ambientato nel 2125 su un pianeta Terra devastato dall'effetto serra e dall'innalzamento degli oceani, racconta come la tecnologia si sia evoluta tanto da creare robot incredibilmente simili agli esseri umani; il protagonista della vicenda è uno di loro, con le fattezze e il comportamento di un bambino: il primo robot in grado di provare un vero sentimento di amore verso un essere umano, concepito per essere acquistato dalle coppie che non possono avere figli a causa delle nuove leggi. Insieme a stupore e ammirazione, l’invenzione suscita preoccupazione tra quanti temono le reazioni, difficili da prevedere, degli esseri umani di fronte a quello che non è un bambino reale e potrebbe provocare dunque non sentimenti di affetto nei suoi confronti, ma anzi odio per il fatto di non essere “reale”. Cosa vi ricorda? 

Scenari distopici e cinematografici a parte, le discussioni scatenatesi all’epoca negli ultimi anni - spoiler - si sono riaccese a livello, peraltro, esponenziale. Certamente, al di là delle funzionalità, dell’utilità e della precisione che IA e modelli ad essa connessi possono presentare, l’altro aspetto che li accomuna tutti è proprio la preoccupazione di alcuni osservatori specializzati, che temono possa portare alla possibilità di sostituire o atrofizzare l'intelligenza umana, consentire il plagio o alimentare la disinformazione - soprattutto in una fase in cui la regolamentazione è ancora in divenire. 

 

Da un punto di vista pratico, tanti sono i modelli - di cui si approfondirà in un articolo ad hoc - che sono già parte della quotidianità di molti o che lo saranno (o forse no, ma che non per questo devono per forza essere demonizzati).


Solo per citarne alcuni:

  • Chat GPT - sistema di intelligenza artificiale in grado di generare testi in linguaggio naturale sulla base di un dato input.
  • BioGPT - modello di linguaggio generativo di tipo Transformer, pre-addestrato su un’ampia letteratura biomedica. 

Come detto, una vera e propria rivoluzione: le rivoluzioni per funzionare e avere esiti positivi passano però attraverso diffidenza da superare, consapevolezza e conoscenza da acquisire, esperienza da maturare. 

 

Come si può dunque, innanzitutto, definire in sintesi l’Intelligenza Artificiale? 

Come l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane - ragionamento, apprendimento, pianificazione, creatività - con la conseguenza di permettere ai sistemi di capire l’ambiente circostante, entrarvi in relazione e risolvere problemi attraverso i dati che vengono ricevuti e processati. I sistemi di IA sono capaci di adattare il proprio comportamento analizzando gli effetti delle azioni precedenti e lavorando in autonomia.

 

Quali sono, dunque, gli ambiti di applicazione, quale la ricchezza che può portare l’uso corretto dell’Intelligenza Artificiale?
Generazione di immagini, suoni e testi; sintesi da modelli esistenti; applicazione nei più svariati ambiti della conoscenza umana; supporto (e non sostituzione) alle attività - dalle più basilari alle più complesse - normalmente svolte dall’intelligenza umana e dalle professionalità individuali. Esempi più specifici: assistenti virtuali, software di analisi di immagini, motori di ricerca, sistemi di riconoscimento facciale e vocale, robot, veicoli autonomi, droni, l’internet delle cose. 

 

Alcuni ambiti sono già pervasi dall’IA senza che i più si soffermino su questa realtà: shopping in rete e pubblicità, ricerche online, assistenti digitali personali, traduzione automatica, termostati intelligenti, miglioramento della viabilità nella città, funzioni di sicurezza di alcune automobili, cyber sicurezza, lotta alla disinformazione per la verifica delle fake news (chi lo avrebbe detto?)

 

Nella lotta al COVID 19 l’Intelligenza Artificiale è stata usata per i controlli della temperatura nei luoghi pubblici, per riconoscere le infezioni a partire da immagini delle TAC dei polmoni, per fornire i dati sulla progressione dell’epidemia.

 

Proprio le riflessioni sull’uso dell’IA in ambito medico - sanitario, si sovrappongono a quelle che già di per sé caratterizzano il settore: la panoramica di vantaggi, prospettive future e applicazioni pratiche è però talmente ampia da meritare in ogni caso un approfondimento e, verosimilmente, un’opportunità. Esempio - tra gli altri - di questo utilizzo è Artea, che usa l’Intelligenza Artificiale come Assistente virtuale, consentendo all’utente di dialogare con il sistema in modo intuitivo utilizzando il linguaggio naturale, per le verifiche di conformità al GDPR, grazie ad un sistema di raccolta e gestione di dati clinici in un perimetro di sicurezza e nel rispetto della privacy, per l’analisi di Big data in cloud e con lo scopo di garantire piena interoperabilità tra tutti i sistemi, così da condividere una vista unitaria del paziente. 

 

Anche da un punto di vista di gestione quotidiana dell’attività in struttura e non - come nel caso delle RSA o dell’ADI - le implicazioni positive possono essere molteplici: dall’aggiornamento alla condivisione, dalla gestione al potenziamento degli strumenti utilizzati. 

Il viaggio dell'IA in sanità è appena iniziato e le prospettive future sono molto promettenti. L'intelligenza artificiale non sostituirà mai la compassione e l'intuizione umana, ma è destinata a diventare un potente alleato per i professionisti della salute, migliorando la precisione diagnostica, ottimizzando i trattamenti e personalizzando le cure per ogni paziente. La chiave per il successo sarà un equilibrio tra tecnologia avanzata e tocco umano, garantendo che l'IA sia utilizzata in modo etico e responsabile.

 

Il nostro impegno è in continua evoluzione

Da alcuni anni stiamo lavorando all'integrazione di diversi modelli di IA all'interno della nostra suite di prodotti. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di creare soluzioni che mettessero sempre le persone al centro, permettendo agli operatori sanitari di dedicare più tempo ai pazienti e riconoscendo il valore del loro lavoro. Quando i pazienti sono curati da professionisti soddisfatti e motivati, il benessere di tutti aumenta, perché il calore umano e l’affetto restano la migliore cura.

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STAY TUNED

Nel nostro prossimo articolo andremo ad approfondire questo importantissimo tema, focalizzandoci sui Large Language Model nello specifico, che stanno portando una vera e propria rivoluzione nel mondo sanitario. Analizzeremo come questi modelli linguistici avanzati stanno trasformando la diagnosi, la ricerca medica e il supporto ai pazienti, rendendo le cure più personalizzate ed efficaci. 

Inoltre sveleremo come The.0, il software gestionale per il socio sanitario, integrandosi a questi LLM, si sta evolvendo giorno dopo giorno diventando sempre più intelligente e connesso!

Dalila Lattanzi

Freelance

Content Editor

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